Armarsi Meglio.

Massimo Micucci
6 min readDec 20, 2023

Per evitare il peggio

Così il Wall Street Journal dell’11 dicembre :

Le forze armate britanniche, che sono il principale alleato militare degli Stati Uniti e il più grande budget per la difesa in Europa, dispongono solo di circa 150 carri armati e una dozzina di pezzi di artiglieria a lungo raggio utilizzabili

La Francia, il secondo paese che spende di più, ha meno di 90 pezzi di artiglieria pesante, che equivale a ciò che la Russia sta perdendo in circa un mese sul campo di battaglia in Ucraina. La Danimarca non ha artiglieria pesante, sottomarini e sistemi di difesa antiaerea. L’esercito tedesco ha munizioni sufficienti per due giorni di battaglia”.

L’allarme vale per le questioni geo-strategiche e la sicurezza, ma anche per il “sottostante” : economia, clima, tensioni sociali, ma vale anche per la volontà delle persone, le loro aspirazioni, i principi, la cultura.

E’ un po’ il caos del film “Il mondo dietro di te”, ( il titolo originale è Leave the World Behind) che è secondo Rotten Tomatoes un thriller apocalittico eccezionalmente ben interpretato, che attira costantemente lo spettatore nonostante il suo ritmo tranquillo ed il messaggio un po’ semplicistico.

“Il mondo dietro di te”

La fine dei blocchi ha fatto proliferare interessi e volontà aggressive contrapposte, spinte centrifughe radicali, superiori a quelli precedenti le due guerre mondiali. La più inattesa di queste spinte (forse la più paradossale) riguarda proprio la “minaccia interna”, la crisi di fiducia delle democrazie. Siamo passati da la forma di governo migliore ma imperfetta di Winston Churchill a “La democrazia è sopravvalutata” di Frank Underwood.

Nonostante gli avanzamenti della scienza, i giganteschi cambiamenti ( e miglioramenti) demografici, economici e sociali, viviamo minacciati e delusi; accanto a regimi, stati, culture e formazioni che respingono le libertà, la certezza del diritto, e negano l’universalità dei diritti umani. In troppi subiscono l’attacco armato di regimi che violano la carta delle Nazioni Unite. Le istanze degli stessi “organismi internazionali”, nate dopo le guerre mondiali, sono inerti o diventano “attori di parte” .

La sensibilità per i fattori, un tempo invisibili, della attività e del progresso umani, in particolare le conseguenze ambientali, divide tutti tra apocalittici e sconcertati, tra meno fortunati, che vogliono migliorare, ma sono in mano spesso ad elitès prepotenti e i più avanzati, le cui aspettative ridimensionate generano comunque rabbia e rivalsa.

Dentro e fuori dalle democrazie e dall’occidente “moderno maturo” , emergono tendenze che negano i fondamenti della convivenza civile, molte forze politiche promuovono chiusure selettive verso paesi, popolazioni in movimento, opere e culture, sistemi di assistenza, invece di proteggere la libertà e la sicurezza delle persone.

La possibilità tecnica di “costruire sistemi di controllo, o di interferenza e minaccia” tra stati e di influenzare le vite degli altri, alimenta la forza dei sistemi anti-democratici, li rende più aggressivi e collabora alla instaurazione del regno del caos. In nome di conflitti ideologici o para-ideologici, confessionali, teorie complottiste, credenze magiche anti scientifiche

La prima conseguenza-esigenza è costruire nuovi equilibri di forze, una nuova legalità condivisa, fondata anche su una nuova deterrenza, nuove governance e alleanze efficaci, anche di reciproca assistenza militare; collaborazioni politiche e culturali regionali, e globali. Ricostruire la fiducia tra stati su basi nuove e affidabili. Con obbiettivi di stabilità, di rispetto reciproco e collaborazione. Non esiste un “paradiso multipolare”, nè l’alternativa dei BRICS: assistiamo invece ad un regime caotico e devastante

Da dove dovremmo cominciare?

  1. Difendiamoci insieme: chi viola accordi e pricipi sanciti tra gli stati (invadendo territori, sovvenzionando movimenti terroristici, interferendo con gli affari interni, provocando separatismi armati) deve pagare un prezzo, deve temere sempre la rappresaglia sanzionatoria di una qualche difesa costruita collegialmente. Insomma se la Nato avesse, non abbaiato (cosa che non ha fatto da quando ha consegnato l’arsenale atomico Ucraino alla ex URSS), ma fatto la guardia, forse la Russia non avrebbe invaso la Cecenia e poi l’Ucraina. Oggi ad esempio il “blocco dell’estrema destra americana ed europea sulla continuità del sostegno armato” a Kyv va ridimensionato con fermezza
  2. Governare il diritto. Il presidio del diritto internazionale non può essere delegato soltanto ad un “consenso” che diventa diritto di veto. Ognuno deve assumere responsabilità: vale per le Nazioni Unite, ma anche per l’Europa. Nonostante l’ampiezza delle sanzioni adottate, il rifornimento di armi, la Russia conta su due fattori: la sua opinione pubblica interna non è in condizioni e non intende opporsi, l’Europa, nonostante una vasta unità e il supporto Nato, non può contare su un esercito, su una difesa comune che significa eserciti ed arsenali da mettere in campo (boots on the ground). La reazione a Putin , di cui si lamenta stanchezza, non è troppa, semmai è stata troppo poca e troppo divisa e disarmata, per fargli paura. Va rafforzata.
  3. Il Governo Europeo (e speriamo Euro-Atlantico). L’Unione Europea deve mantenere il suo rapporto di collaborazione con gli USA ed promuovere il fatto che gli USA continuino a svolgere il loro ruolo che é fondamentale; ma deve liberarsi dai veti interni ed assumere responsabilità sui temi fondamentali della difesa, dei confini, della sicurezza e del governo dei flussi migratori, con un governo credibile e investito dal potere popolare capace di decidere e spendere (in particolare sulle emergenze) . Stati Uniti d’Europa non é un sogno ma una prospettiva politica.
  4. Il Ruolo dei Paesi Extra Europei. Africa Medio Oriente Indo Pacifico. Le realtà nazionali e regionali che intendono collaborare pacificamente tra loro e che non intendono farsi dividere e sottomettere da stati canaglia, nè da ideologie autoritarie, debbono allearsi, ed armarsi per difendersi. Accordi ed alleanze, anche tra regimi diversi, sono necessarie e possibili, ma nella chiarezza degli interessi reciproci. Avere dalla parte della pace i «figli di Abramo» é un obbiettivo fondamentale. Occorre avere sistemi di governance delle crisi e dotarsi di industrie e tecniche di difesa coerenti e coraggiosi. I pacifismi ed i patriottismi in un solo paese lasciano i paesi da soli e rendono i deboli ancora più deboli.
  5. La difesa della pluralità e del pluralismo, dei diritti ad opporsi ai governi con mezzi legittimi, hanno grande importanza e debbono avere sostegno nella sicurezza e nella libertà di tutti. Non deve prevalere la violenza, neppure quella verbale o delle idee: dove si conculca la libertà di esprimersi imponendo un velo, o negando ad una parte il diritto d’espressione in nome di una confessione, di una ideologia, dove si urla contro un’ idea, un’ etnia, una diversa religione o cultura, dove si impone la presunzione del poilitically correct lì è il nemico, si il nemico da battere. La battaglia per la libertà deve avere armi adeguate sul piano istituzionale, culturale del diritto e della solidarietà.
  6. Chi costruisce ponti, dialogo, amicizia, confronto trasversale di idee chi è costretto a mostrare coraggio, deve ottenere solidarietà di ogni tipo. Da troppo tempo invece la critica della ragione è diventata critica di ogni argomento, ripudio della ragionevolezza. In nome di illusioni ideologiche pre-moderne o anti-moderne si sono coltivati odi e chiusure impensabili
  1. L’umanesimo nato in Europa, e seguito dal secolo dei lumi, la libertà e la democrazia nel secondo dopoguerra stanno conoscendo una lunga regressione. non solo con le armi dei regimi illiberali, ma anche con la pressione delle idee populiste e di pseudo-ideologie post-moderne. Teorie di contrasto alla scienza alla ragionevolezza, alla discussione: con l’idea che l’oppressione” di ciascuno stia in qualunque analisi diversa, in ogni narrazione ed istituzione. Ciò combinato con la potenza delle «tecnologie sociali» ha prodotto parzialità dittatoriali, autoverità pericolose. Analisi sociali specifiche come l’intersezionalismo, la teoria critica della razza, troppi esclusivismi hanno prodotto esasperazioni: al diritto dei deboli di non essere prevaricati, non si è risposto con istituzioni del diritto più umane ma con la negazione del delitto.
  2. Per combattere ci vogliono preparazione, intese, coraggio e , spesso, la forza di difendersi. Senza siamo inermi e si avvicina una tornata di elezioni su scala globale che cambiera il volto di tanti governi. I ragionevoli coraggiosi debbono darsi la mano: non basterà essere ottimisi e razionali, bisognerà proteggersi, ed essere coraggiosi e attivi contro il male.

Scrive Rawls (2008): “le persone sono ragionevoli per un certo aspetto di base quando, fra uguali, sono disposte a proporre dei principi e criteri che facciano da equi termini di cooperazione e a rispettarli volontariamente, una volta sicure che anche gli altri faranno lo stesso”

Massimo Micucci

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Massimo Micucci

Analista politico. comunicatore, consulente. Scrivo a titolo personale. Rispondo sempre